LA DIPENDENZA DA CIBO: UNA SFIDA BIOLOGICA, CHIMICA E PSICOLOGICA

Ciao, benvenuta nel mio blog, questi sono gli articoli che scrivo per te…. Spesso aggiornerò la pagina con consigli di allenamento, ricette fit, commenti e molto altro. Fammi sapere se sei interessata a qualche argomento particolare e lo condivideremo con tutte le ragazze.

La dipendenza da cibo, in particolare da zuccheri, è un problema complesso che coinvolge molteplici aspetti. I meccanismi di questa dipendenza sono paragonabili a quelli della droga e alcuni studi dimostrano che può essere ancora più difficile da gestire e superare, in quanto il consumo eccessivo di zuccheri provoca cambiamenti nella biologia umana, deprogrammando la normale salute e chimica cerebrale, riducendo il controllo degli impulsi e portando quindi analogie evidenti all’abuso di stupefacenti (link allo studio qui).

Avendo vissuto in prima persona i disturbi alimentari per anni, non è mia intenzione minimizzare la gravità di questi problemi tramite un semplice post, perchè in realtà nemmeno una raccolta di libri potrebbe trattare in modo esaustivo e multidisciplinare questa tematica come davvero merita.

Tuttavia, voglio condividere alcune osservazioni che sono state per me fondamentali nel mio percorso di guarigione e che mi hanno aiutata a gestire in modo del tutto autonomo questo assai difficile ritorno alla vita. Parlo quindi con l’esperienza di chi ha attraversato queste sfide e ne è uscita a testa alta, non senza ferite e ricadute, col solo intento di porre l’accento su questioni che spesso si preferisce tenere nascoste, ovviamente per lo più a causa di questioni socio-economiche che ai “big” fa comodo tenere sotto chiave.

 

Alcune cause della Dipendenza da Cibo

 
  1. Laboratori di Ricerca: Le grandi multinazionali del settore alimentare investono i miliardi in ricerche specifiche per creare cibi che combinino perfettamente zuccheri, grassi e sale, ovvero il trio perfetto che induce piacere e dipendenza nell’acquirente. Ci vogliono dipendenti.
  2. Effetti sul Cervello: Gli alimenti iper-appetibili attivano i circuiti oppioidi nel cervello, rilasciando endorfine e creando un ciclo di piacere, ricompensa e desiderio simile a quello provocato dalle droghe. Il problema principale? Mentre si può vivere senza droghe, non si può vivere senza cibo. Tuttavia, quando il cibo viene alterato e prodotto industrialmente secondo i principi descritti, non solo si crea dipendenza nelle persone, ma si sfrutta anche un bene essenziale (il cibo) per interessi economici, creando un ciclo di “domanda-offerta” altamente tossico: maggior domanda da persona dipendenti, maggiori profitti per le grandi aziende. Purtroppo questo triste scenario include anche le aziende farmaceutiche, che traggono enormi vantaggi dalla creazione di problemi di salute (appositamente voluti e causati dal cibo processato) per poi venderne le cure (la scienza della nutrizione è in mano alle multinazionali del cibo e dei farmaci – clicca qui per leggere l’articolo)
  3. Dopamina: come citato, il consumo di questi alimenti induce la produzione di dopamina nel nucleo accumbens, il centro del sistema di ricompensa del cervello. Questo processo ci spinge a cercare costantemente questi cibi, creando una forte dipendenza. Facile intuire come, in questo modo, il cibo diventa un potente strumento per il controllo delle masse.
  4. Epigenetica: Numerosi studi sui topi hanno dimostrato che una dieta ricca di grassi e zuccheri può alterare l’espressione genica attraverso la metilazione del DNA. Questo processo ha effetti negativi sia sul comportamento che sulla salute, e può persino influenzare negativamente le generazioni future, deprogrammando il nostro sistema biochimico e comportamentale.
  5. Fattori Evolutivi: I nostri antenati erano biologicamente programmati per consumare grandi quantità di cibi calorici quando disponibili, per far fronte ai periodi di forte scarsità alimentare. Questo istinto di sopravvivenza, dettato dalla stagionalità delle risorse, oggi si scontra con l’abbondanza costante di cibo moderno, portando a eccesso calorico costante e a dipendenza cronica. In sintesi, mentre un tempo l’accumulo di grasso era essenziale per la sopravvivenza durante i periodi di carestia e veniva smaltito quando il cibo era meno disponibile, oggi questo meccanismo di accumulo non riesce più a essere bilanciato, a causa di un costante afflusso di cibo, portando a un accumulo eccessivo di grasso che diventa sempre più dannoso per la salute.

 

Consigli per superare la Dipendenza da Cibo

 
  1. Digiuno: Protocolli di digiuno ben studiati e ben progettati (attenzione se si è persone sportive), possono aiutare a desensibilizzare il cervello dalla dipendenza da cibo, interrompendo il ciclo di rilascio di dopamina e oppioidi.
  2. Alimentazione Paleo:  eliminando cibi industriali, zuccheri raffinati, cereali e latticini, riduce l’esposizione agli alimenti che creano dipendenza e alle annesse malattie/predisposizioni
  3. Attività Fisica: L’esercizio fisico, soprattutto quello anaerobico come il sollevamento pesi, può portare a cambiamenti positivi nella chimica cerebrale, aumentando la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina, che sono associati al benessere e alla soddisfazione, sfavorendo la dipendenza da cibo
  4. Supporto Sociale: È essenziale sviluppare una forza interiore che ci permetta di resistere alla pressione sociale di amici e parenti che non comprendono la dipendenza da cibo. Questo non significa isolarsi o vivere come un eremita, ma piuttosto restare fedeli ai propri valori e credenze, consci che siamo tutti persone diverse e con modi di vivere la vita diversi. Essere in grado di navigare influenze esterne, inclusi i social media, è cruciale per raggiungere i propri obiettivi personali e non quelli imposti dagli altri.
  • Gestione dello Stress: Imparare a gestire lo stress e le emozioni negative in maniera sana, evitando di ricorrere al cibo come consolazione, è cruciale per prevenire le ricadute. Ricorda che il cibo non risolverà mai i tuoi problemi, anzi, probabilmente potrebbe aggiungerne altri alla lista. Il cibo nutre il corpo, non l’anima: è nutrimento corporeo, non terapia psicologica